Verità imperialistiche
La politica seria deve dire la verità, la mia verità. Così potrebbe essere riassunto l’articolo, con riferimento in prima pagina, comparso sul Corriere della Sera del 24 aprile a firma di Ernesto Galli della Loggia. La politica, se è seria, sostiene l’editorialista del Corriere, non deve seguire i desideri, spesso irrazionali delle masse, deve «spiegare come stanno realmente le cose, quali sono i veri termini di un problema, perché le cose stanno così e chi ne ha la responsabilità». Il riferimento è alla guerra in Ucraina e all’opinione che la società italiana ha a riguardo. I sondaggi sostengono che la maggioranza sarebbe a favore di un disimpegno dell’Italia dal conflitto, ma questo a Galli della Loggia non piace. La politica non deve quindi adeguarsi a questo sentimento ma affrontare con razionalità, lucidità e serietà la questione, deve individuare, per capire cosa fare, le vere responsabilità.
L’unica responsabilità additata nell’articolo è rivolta a Putin, al suo impulso autoritario e bellicistico, alla sua volontà di manipolare continuamente la Costituzione russa, alle sue idee imperialiste, reazionarie, illiberali e revansciste, alla sua propensione nel farsi circondare da grandi ladri di Stato, alla sua corruzione, alla crudeltà rivolta contro gli oppositori politici e contro i Paesi stranieri che considera parte della sfera d’influenza russa. La verità di Galli della Loggia è che la guerra è prodotta dal cattivo di turno, e non poteva, a tal proposito, mancare il parallelismo con Hitler. Che l’imperialismo è sempre quello altrui, che la difesa delle sfere di influenza è cattiva solo quando è perseguita da potenze considerate ostili. Alle ipocrite e presunte verità della borghesia preferiamo il marxismo, preferiamo l’analisi dei rapporti di forza tra potenze egualmente considerate imperialistiche, preferiamo denunciare l’azione di tutti i predoni coinvolti: della Russia che cinicamente invade un Paese confinante bombardando e distruggendo intere città, dell’Ucraina che porta al macello molti giovani proletari in nome della Nato e dell’Unione Europea, degli Stati Uniti che hanno utilizzato il conflitto per tagliare il rapporto energetico tra Mosca e Berlino e per indebolire cosi l’imperialismo tedesco, della borghesia italiana che, in scia ai suoi alleati, prova a trarre vantaggio da una situazione che non la vede giocare da attore protagonista. Preferiamo avere la consapevolezza che le guerre imperialistiche sono i naturali strumenti utilizzati dalle potenze internazionali nella spartizione del mercato, che non potranno essere eliminate sino a quando il mondo sarà diviso in Stati e in classi sociali. Non è il cattivo di turno che produce le guerre ma un sistema economico e sociale basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Alle verità imperialistiche preferiamo l’internazionalismo proletario.
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