LORO E NOI - 30/04/2025
 
Verità imperialistiche

La politica seria deve dire la verità, la mia verità. Così potrebbe essere riassunto l’articolo, con riferimento in prima pagina, comparso sul Corriere della Sera del 24 aprile a firma di Ernesto Galli della Loggia. La politica, se è seria, sostiene l’editorialista del Corriere, non deve seguire i desideri, spesso irrazionali delle masse, deve «spiegare come stanno realmente le cose, quali sono i veri termini di un problema, perché le cose stanno così e chi ne ha la responsabilità». Il riferimento è alla guerra in Ucraina e all’opinione che la società italiana ha a riguardo. I sondaggi sostengono che la maggioranza sarebbe a favore di un disimpegno dell’Italia dal conflitto, ma questo a Galli della Loggia non piace. La politica non deve quindi adeguarsi a questo sentimento ma affrontare con razionalità, lucidità e serietà la questione, deve individuare, per capire cosa fare, le vere responsabilità.
L’unica responsabilità additata nell’articolo è rivolta a Putin, al suo impulso autoritario e bellicistico, alla sua volontà di manipolare continuamente la Costituzione russa, alle sue idee imperialiste, reazionarie, illiberali e revansciste, alla sua propensione nel farsi circondare da grandi ladri di Stato, alla sua corruzione, alla crudeltà rivolta contro gli oppositori politici e contro i Paesi stranieri che considera parte della sfera d’influenza russa. La verità di Galli della Loggia è che la guerra è prodotta dal cattivo di turno, e non poteva, a tal proposito, mancare il parallelismo con Hitler. Che l’imperialismo è sempre quello altrui, che la difesa delle sfere di influenza è cattiva solo quando è perseguita da potenze considerate ostili. Alle ipocrite e presunte verità della borghesia preferiamo il marxismo, preferiamo l’analisi dei rapporti di forza tra potenze egualmente considerate imperialistiche, preferiamo denunciare l’azione di tutti i predoni coinvolti: della Russia che cinicamente invade un Paese confinante bombardando e distruggendo intere città, dell’Ucraina che porta al macello molti giovani proletari in nome della Nato e dell’Unione Europea, degli Stati Uniti che hanno utilizzato il conflitto per tagliare il rapporto energetico tra Mosca e Berlino e per indebolire cosi l’imperialismo tedesco, della borghesia italiana che, in scia ai suoi alleati, prova a trarre vantaggio da una situazione che non la vede giocare da attore protagonista. Preferiamo avere la consapevolezza che le guerre imperialistiche sono i naturali strumenti utilizzati dalle potenze internazionali nella spartizione del mercato, che non potranno essere eliminate sino a quando il mondo sarà diviso in Stati e in classi sociali. Non è il cattivo di turno che produce le guerre ma un sistema economico e sociale basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Alle verità imperialistiche preferiamo l’internazionalismo proletario.