Il contenuto di classe dell’illusione dei dazi
La nuova Amministrazione americana di Donald Trump con l’utilizzo dei dazi ha avviato una battaglia, commerciale e politica, nel tentativo di far valere la forza del primo imperialismo mondiale in una condizione in cui grava la dinamica del suo relativo indebolimento (per maggiori approfondimenti si rimanda al numero di maggio 2025 della rivista Prospettiva Marxista).
Questa manovra prettamente borghese, però, può contare su un certo riscontro nella classe operaia che in tutti questi anni di prevalente liberismo ha visto il proprio potere d’acquisto scemare, oltre a tutta una serie di diritti colpiti nella fase dalla cosiddetta “globalizzazione”.
Il presidente del sindacato americano United Auto Workers (UAW), Shawn Fain, come riportato dal sito www.npr.org (un’organizzazione non profit che comprende oltre 1.000 stazioni radio statunitensi) in un post del 7 aprile si è congratulato con il neo presidente americano «per aver fatto un passo avanti per porre fine al disastro del libero scambio che ha devastato le comunità della classe operaia per decenni […] quando sento piangere per il mercato azionario, questa è solo Wall Street».
La classe operaia americana difficilmente ha azioni da difendere, i suoi problemi sono altri: bassi salari, lavoro precario, servizi inadeguati e di difficile accesso. La sua attuale condizione di debolezza ed impoverimento è il frutto di rapporti di forza sociali degli anni passati caratterizzati da liberismo e “globalizzazione”. Per questo può vedere in alcune politiche protezioniste una svolta, forse “la volta buona” per un cambio di tendenza ad essa favorevole.
Il problema è che sono solo illusioni. Prima erano le illusioni del libero mercato senza se e senza ma, adesso sono le illusioni dei dazi trumpiani. La borghesia in generale e quindi la borghesia americana in particolare non ci penserà due volte, anche con le politiche dei dazi, a scaricare il costo delle proprie contraddizioni sulla schiena dei lavoratori, così è stato in passato, così e oggi e così sarà in futuro.
Il consenso che la politica dei dazi raccoglie tra la classe salariata statunitense ha alla sua base problemi reali, ma la soluzione offerta da questa iniziativa politica borghese è solo fumo negli occhi per i lavoratori. Soltanto l’emancipazione effettiva della classe proletaria nei confronti di tutte le logiche della classe dominante è la vera base per il superamento di questa barbara società ormai storicamente fuori tempo massimo.
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