Il reale aggredito ed il reale aggressore
Su la Repubblica, versione online, del 6 maggio vi è una sezione che è un vero e proprio bollettino di guerra, dal titolo alquanto asettico “Gli incidenti”:
- «Milano, operaio di 24 anni cade da un ponteggio e muore sul colpo».
- «Carpiano - Investito da un tir nella sede della Dhl, era in pensione: “Costretto a arrotondare”».
- «Napoli - Operaio morto in un cantiere a 47 anni: era senza contratto».
Un bello spaccato del capitalismo italiano da Nord a Sud dove la nostra classe, indifesa, paga con la propria vita la sua condizione di oppressione e sudditanza.
Operai senza contratti e senza tutele, pensionati che devono continuare a lavorare per poter arrivare, forse, a fine mese, giovani lavoratori immigrati che cadono fatalmente dai ponteggi.
Per quanto ancora saremo costretti a leggere questi bollettini di guerra della nostra classe?
Per quanto ancora queste uccisioni, perché questo sono, lavoratori ammazzati dal capitalismo, saranno proposte dalla stampa generalista come fatalità, inevitabili “incidenti”?
Di fronte ad un tale, continuo, incessante attacco da parte della classe dominante nei confronti della classe dominata, noi siamo dalla parte dell’aggredito, noi ci schieriamo per la sua difesa. Ecco chi è il vero aggredito ed il vero aggressore, nella società divisa in classi, ecco chi attacca e chi si dovrebbe realmente difendere.
Ma di questo aggredito, di questa difesa, a parte le parole vacue di qualche istituzione, al capitalismo italiano, ed al capitalismo in generale, non importa nulla.
I lavoratori sono, oggi, carne da cannone nei cantieri, nelle fabbriche, nei siti di distribuzione della merce, domani saranno carne da cannone sui campi di battaglia. E nessuna forza borghese si indigna e si indignerà, veramente, per il reale aggredito ed il reale aggressore.
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