LORO E NOI - 10/08/2025
 
Comunista sarà lei!

Paolo Mieli, nel programma televisivo trasmesso sulla rete “La7” denominato In onda, lancia il dibattito «Ma ci sono state anche le stragi “comuniste”?».
Il conduttore Luca Telese e la giornalista Giovanna Botteri cercano di ribattere, mettendo distinguo tra stragi nere e rosse, dichiarando che il PCI si è smarcato dal terrorismo mentre l’MSI ha nicchiato, e sfoderando altre dubbie tesi.
Mettiamo subito le cose in chiaro. Per noi marxisti le BR erano un movimento di matrice piccolo borghese ed il PCI un partito stalinista prima e opportunista poi. Quindi con il comunismo non c’entrano nulla. Queste entità erano tutte espressione di un altro albero genealogico rispetto al nostro, sin dall’inizio della loro esistenza. Il PCI NON, e sottolineiamo NON, è il PCd’I di Bordiga. Che i vari sinistri e destri d’Italia, e non solo, su questo punto si mettano pure il cuore in pace.
Ma per Stefano Cappellini, su la Repubblica (versione online) dell’8 agosto, la questione è ancora aperta, non potendo fare la giusta distinzione tra gli alberi genealogici: «Ma quindi Mieli ha ragione o no? La mia personale risposta è che abbia torto quando, pur premettendo che non lo suggerisce, dice che sarebbe equo avere lapidi che ricordano le stragi “comuniste” quanto quelle fasciste. Ma ha ragione da vendere davanti alla cecità non sempre onesta di tanta sinistra di oggi e di ieri: quando qualcuno si rifiuta di definire comuniste le Br non sta solo compiendo una falsificazione storica, sta contribuendo a un’operazione revisionista che sta alla base del peggior complottismo. E su questo versante il Pci è tutt’altro che incolpevole, anzi è il capofila di una operazione di depistaggio che non ha ancora smesso di fare danni».
Invece è proprio definendo le BR come NON comuniste che facciamo chiarezza, definiamo i rispettivi alberi genealogici, esattamente come definiamo il PCI NON comunista, in quanto stalinista e opportunista: «Le Br erano composte da comunisti. Venivano dall’album di famiglia, come ricordò Rossana Rossanda sul manifesto con una definizione giustamente diventata celebre. Se oggi molti ragazzi credono che siano state un incrocio tra una succursale della Cia e un ramo dei Templari è anche responsabilità politica di chi ha cercato di mistificare».
Lo ribadiremo fino a quando avremo fiato in gola: il nostro album di famiglia è ben altro, non dobbiamo rinnegare o mistificare nulla, come ha fatto invece il PCI con la stessa terminologia “comunismo”, cambiando nome e vestiario a seconda della bisogna. Dobbiamo solo chiarire e specificare: con le BR ed il PCI non abbiamo radici, album o amici in comune. Non abbiamo nulla da spartire con movimenti piccolo borghesi, stalinisti o opportunisti, con buona pace dei veri revisionisti storici di turno.