LORO E NOI - 26/06/2025
 
Il merito di appartenere alla famiglia giusta

Periodicamente l’Oxfam, l’organizzazione internazionale no profit impegnata nella lotta alla povertà mondiale, attraverso i suoi report, certifica l’andamento dei livelli di disuguaglianza sociale a livello globale. Qualche mese fa, in occasione dell’apertura del meeting economico di Davos, ha presentato un’analisi sulla «povertà ingiusta» e la «ricchezza immeritata», che descrive come la crescita della concentrazione della ricchezza non sia frutto di merito. «Ai super-ricchi piace dire che per accumulare enormi patrimoni ci vogliono abilità, determinazione e duro lavoro. Ma la verità è che gran parte della ricchezza estrema non è ascrivibile al merito», sostiene Amitabh Behar, direttore esecutivo di Oxfam International.
Molti dei cosiddetti ‘self-made men’ sono eredi di più o meno grandi fortune familiari. Il Corriere della Sera di domenica 22 giugno («Patrimoni, nel mondo oltre 2.800 miliardari») riporta come anche in Italia la forbice della disuguaglianza continui ad allargarsi. Il 5% più ricco della popolazione detiene oggi il 47,7% della ricchezza nazionale, una quota superiore di oltre 20 punti rispetto a quella posseduta dal 90% più povero. I milionari in Italia sono 1,3 milioni, e i miliardari, 71 in tutto, hanno visto il proprio patrimonio salire complessivamente di 61,1 miliardi in un solo anno, oltre 166 milioni al giorno. In totale possiedono 272,5 miliardi di euro. Ma il dato più significativo è che quasi due terzi di questa ricchezza, il 63%, è frutto di eredità, a fronte del 36% a livello globale. Il tema della cosiddetta ricchezza immeritata si può allargare, in Italia, a strati di piccola borghesia che esercitano un peso e un’influenza, a livello politico, sconosciuta, quanto meno nelle sue dimensioni, ad altre realtà imperialiste. Sappiamo quanto ingiusta e non meritocratica possa essere la società capitalistica, sappiano che le disuguaglianze economiche, ma anche quelle culturali o di prospettiva di vita, trovano origine nella condizione familiare di appartenenza, che la borghesia trasferisce ai propri figli aziende, attività, ricchezze o patrimoni in misura sconosciuta al proletariato. Sappiamo che per rendere realmente meritocratica la società non basta criticare o modificare le attuali leggi sull’eredità, occorre mettere in discussione il modo di produzione capitalistico, la sua natura, le sue logiche, le inique e immeritate conseguenze sociali che produce.